In alcune regioni italiane è previsto un rimborso da parte del Sistema Sanitario Nazionale delle spese sostenute per il parto a domicilio con le ostetriche: le Marche sono una di queste fortunate regioni. Il rimborso viene elargito poichè la donna che decide di partorire presso il proprio domicilio (o in casa maternità) permette alla spesa sanitaria regionale il risparmio indicativo di 1808,89 Euro (costo medio di una degenza ospedaliera di madre e neonato per il parto e il relativo puerperio).
Il rimborso ha il duplice valore di sostegno economico e di riconoscimento sociale della validità della scelta, infatti partorire in casa è una alternativa sicura, un diritto sancito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) nell’ambito della libertà di scelta sulla propria salute.
Nella Regione Marche è la Legge regionale 27 luglio 1998 n.22 – “Diritti della partoriente, del nuovo nato e del bambino spedalizzato” nella quale la Regione asserisce le finalità: favorire il benessere psicofisico della donna e del nascituro durante la gravidanza, il parto e il puerperio; promuovere l’informazione e la conoscenza sulle modalità di assistenza al parto e sulle pratiche sanitarie in uso presso le strutture del servizio sanitario regionale; assicurare la libertà di scelta circa i luoghi dove partorire, ferme restando le esigenze primarie della sicurezza.
Tutte le donne sane e in buona salute con gravidanza definita “a basso rischio” possono decidere di partorire presso il proprio domicilio con l’assistenza di due ostetriche e con la propria dimora non distante più di 30 minuti dall’ospedale di riferimento.
Per ottenere il rimborso è necessario portare la documentazione attestante lo stato di gravidanza a basso rischio (eseguito dal ginecologo a 37 settimane),