Baby Signs

Ascoltare racconti in cui una mamma si dispera perché non riesce a decifrare le intenzioni del suo piccolo che ancora non parla, non è molto raro.

BSILogoE non importa che si tratti di una neomamma o di una persona più esperta in campo: ci sarà sempre un momento in cui, alzando gli occhi al cielo, questa donna si chiederà “quale sarà mai il problema???”.

Purtroppo lo sviluppo motorio necessario per il controllo della parola raramente si raggiunge prima dei 12 mesi. E anche in questo caso prima che il bambino riesca a dire tutto quello che vuole e che pensa, passerà un po’ di tempo perché anche parole come “pane” nascondono un’infinità di difficoltà per l’apparato fonoarticolatorio del bimbo molto piccolo.

Ma se ci fermiamo un attimo a pensare, ci accorgiamo che i nostri piccoli un modo di comunicare lo hanno già e da molto prima dei fatidici 12 mesi!

Per esempio indicano oggetti, aprono e chiudono la manina per dire “ciao ciao”, alzano le mani per farsi prendere in braccio e via dicendo. Tutti questi comportamenti hanno un valore comunicativo esattamente identico a quello che ha il linguaggio verbale, con la differenza che il livello di sviluppo raggiunto dai bambini a questa età non li limita assolutamente nella produzione di questi movimenti.

E allora perché non sfruttare queste capacità che già usano per capire e permettere loro di comunicare bisogni, ciò che desiderano ed interessi? Perchè non imparare a conoscerli meglio?

È stata proprio una mamma psicologa, Linda Acredolo, che ad inizio anni ’80 ha deciso di intraprendere questa strada con la sua piccola Kate essendosi accorta che, come tutti i bambini che ancora non hanno acquisito lo strumento verbale per comunicare, utilizzava dei veri e propri segni per esprimersi.

Arruolò la sua collega Susan Goodwyn, anche lei psicologa californiana, e insieme intrapresero un progetto di ricerca durato vent’anni che ottenne anche il finanziamento dal National Institute of Health.

È proprio così che iniziò la fantastica avventura che portò allo sviluppo del Programma Baby Signs, che da più di vent’anni viene applicato negli USA e in altri 40 paesi in tutto il mondo.

A questo punto probabilmente vi starete chiedendo:

Ma se il mio bambino inizia a comunicare con i segni e si accorge di avere una comunicazione efficace, perché mai dovrebbe nascere in lui la voglia di imparare a parlare?”

Ebbene, questo è stato il primo punto smentito in pieno dall’accuratissima ricerca fatta. Questa infatti ha dimostrato che i bambini che hanno utilizzato il segno in epoca pre linguistica, ottengono punteggi migliori in test standardizzati che vanno a misurare il numero di parole comprese e prodotte e la complessità delle frasi che sono in grado di utilizzare!

Diciamocela tutta: un bambino a sviluppo regolare non ha alcun interesse a rinunciare alla parola per comunicare con i segni. A lui le mani servono per giocare ed esplorare!

Ma i benefici Baby Signs non si fermano qui:

le stesso studio evidenzia come i vantaggi ottenuti dai bambini riguardino anche lo sviluppo cognitivo e affettivo relazionale!

Oppure il vostro dubbio potrebbe essere:

Ma io non ho mica tempo per fare tutte queste cose!”

Nel caso in cui pensaste ciò, sono costretta a contraddirvi. La modalità visivo gestuale di comunicazione, è qualcosa che va ad accompagnare le attività, le routines ed i giochi che fate già con il vostro bimbo, non dovete ricavarvi tempo extra per applicare il Programma.

È un arricchimento della comunicazione e deve essere assolutamente legata all’esposizione orale perché quello che vogliamo è creare un ponte tra le due modalità: non vogliamo che il bambino diventi un bravo segnante, ma un bravo comunicatore!

E se doveste anche vagamente pensare di non essere in grado di utilizzare questa modalità come supporto alla comunicazione con il vostro piccolo, partecipando al Workshop (della durata di sole due ore e mezza in una sola giornata) vi renderete conto che in realtà è molto naturale anche per voi!

O ancora, più semplicemente:

Perchè dovrei partecipare al Programma?”

Abbiamo già elencato i benefici Baby Signs, ma vorrei approfondire con voi la questione a mio parere cruciale: i benefici a livello affettivo relazionale. Provate ad immaginare di dipendere totalmente da qualcuno per quello che riguarda i vostri bisogni primari. Se aveste fame, ma nessuna possibilità di comunicarlo, come vi sentireste? Se vi obbligassero a mangiare la mousse di mela di cui proprio non potete sentire nemmeno l’odore che vi fa subito venire la nausea, come potreste fare a far capire a quella persona che non ne volete sapere senza usare le parole? Pianti. Questi pianti non solo sono la dimostrazione di un disagio che non sempre viene compreso e risolto, ma incidono in maniera assolutamente significativa sull’umore dell’adulto che si sente frustrato e inadeguato alla richiesta ricevuta. Il vantaggio più importante che si osserva nelle famiglie che applicano il Programma, si riscontra nella vita di tutti i giorni proprio con la riduzione delle lacrime e della frustrazione, e meno frustrazione corrisponde a più serenità!

A questo punto non rimane che rispondere a questa domanda:

Come fare per partecipare al Workshop Baby Signs?”

È sufficiente controllare sul sito ufficiale ( www.babysignsitalia.com ) quale sia il Workshop in programma o l’Istruttore Baby Signs più vicino a voi e contattarlo utilizzando i contatti presenti. Sul sito e sulla pagina Facebook ufficiale ( Baby Signs Italia ) non solo sono presenti tutte le informazioni necessarie alla partecipazione, ma anche tantissimo materiale sulla storia, la ricerca alla base del Programma e testimonianze di genitori con video che mostrano come i loro bravissimi piccoli lo utilizzano!

Che aspetti?

Porta le gioie di Baby Signs nella tua vita!

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